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Bibliografia

#ilvenetolegge2023

Il tema che guiderà le letture di quest’anno è la letteratura di fiume nelle sue più ampie e ardite declinazioni.

I corsi d’acqua, presso i quali sono nati i primi insediamenti umani che successivamente si sono sviluppati in centri urbani, paesi, città, hanno permesso spostamenti rapidi di popolazioni e favorito lo scambio di merci e di processi culturali, hanno fatto da confine e collegamento tra territori limitrofi, hanno alimentato l’immaginario attraverso divinità fluviali e creature fantastiche e alla fine hanno trovato i cantori che ne decantassero la bellezza e l’importanza.

Il Veneto è una regione che intorno ai suoi corsi d’acqua ha costruito floride economie e un immaginario ricchissimo. La maratona di lettura andrà ad indagare la letteratura di fiume nelle sue molteplici declinazioni, da quella storica a quella paesaggistica, dalla narrativa al turismo fluviale, passando per le riflessioni che hanno sottolineato la valenza simbolica del loro attraversare i territori.

I fiumi sono stati oltre che fonte di vita anche forieri di disastri ambientali, e il nostro rapporto con loro è sempre stato ambivalente, di gratitudine e di profondo rispetto. Accanto alle calamità climatiche però si affianca l’incuria dell’uomo nel rispettare il delicato rapporto che instaura col proprio territorio. Il poeta Andrea Zanzotto ci ammoniva di un “progresso scorsoio”. Di una delle pagine più tragiche di questo insano rapporto col territorio ricorre il sessantesimo anniversario. Nell’ottobre del 1963 il disastro del Vajont ci ricorda e ammonisce che non si può piegare la natura ai propri interessi e che la pianificazione territoriale è un processo continuo e delicato. Attraverso la letteratura, le testimonianze, le riflessioni anche i lettori potranno ricordare, riflettendo, su un disastro annunciato, un esempio da non dimenticare.

>> Scarica la bibliografia letteratura di fiume (a cura della Biblioteca comunale di Montebelluna) <<

Temi collaterali:
Nello stesso anno, il 1963, usciva anche un libro notevole per la letteratura italiana e per la letteratura veneta in particolare: si tratta di “Libera nos a Malo” di Luigi Meneghello. Un libro di memorie in cui il protagonista è un piccolo paese della provincia di Vicenza che diventa specchio di una società prima del boom industriale. Ritornare ai libri di Meneghello e a quella stagione letteraria è un modo di serbare la memoria senza nostalgie e rimpianti ma come metodo per lanciare lo sguardo in avanti.
Si può lanciare avanti il proprio sguardo ma anche i propri piedi e partire. Marco Polo parte da Venezia e raggiunge il Katai diventando ambasciatore del Kublai Khan. Attraverso il suo sguardo curioso e attento descriverà ogni città a partire dall’immagine della propria, solo così riuscirà a cogliere differenze e somiglianze. Sul modello de “IL MILIONE” Italo Calvino, di cui ricorrono i cent’anni dalla nascita, ha tratto “Le città invisibili”, un diario di un viaggio immaginario dove oltre alle descrizioni di città si rinnova il dialogo tra l’imperatore del Katai e il mercante veneziano e si ritrovano le tracce della città lagunare punto di partenza dei suoi spostamenti. Calvino è un cultore di uno sguardo originale sulle cose e sul mondo. Ci ha regalato opere di narrativa ma anche riflessioni saggistiche, coniugando il lavoro di scrittore con quella dell’operatore culturale, disegnando una figura di intellettuale ancora oggi di esempio dopo che abbiamo scavalcato il secondo millennio.
60° anniversario del Vajont  >> Scarica la bibliografia (a cura della Biblioteca civica di Longarone – BL)
60° anniversario dall’uscita di “Libera nos a Malo” di Luigi Meneghello >> Scarica la bibliografia (a cura della Biblioteca comunale “Luigi Meneghello” di Malo – VI)
100° di Italo Calvino   >> Scarica la bibliografia su Italo Calvino ( a cura della Rete Biblioteche Venezia) 

 

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