Emerge, nella società attuale, un estremo bisogno di nominare correttamente la violenza e di trovare testimonianza civile ed equilibrata rispetto agli eventi traumatici, individuali e collettivi, che interessano le famiglie.
La sfida diventa l'utilizzo di tutti gli spazi collettivi (in questo caso una Galleria d'Arte) per concorrere alla costituzione di un «nuovo patto sociale», attraverso l’impegno e la responsabilità quotidiana di ciascuno, in modo da circoscrivere l'espressione del disagio e dei bisogni affettivo-relazionali latenti, provando a individuare gli interventi più idonei a far emergere la parte più vitale e in evoluzione della nostra società contemporanea.