05
Ottobre
2023
h 18.30
Esuli del pensiero. La dimensione dell’esilio nella filosofia ebraica contemporanea
Edizioni Il Poligrafo
Giovedì 5 ottobre, alle ore 18.30, presso la Sala Grande del Centro Universitario Padovano di Via Zabarella, si terrà un incontro dedicato a Esuli del pensiero. La dimensione dell’esilio nella filosofia ebraica contemporanea, nell’ambito del quale Lorenza Bottacin Cantoni, Jacopo Ceccon e Laura Sanò dell’Università di Padova, curatori del volume, dialogheranno con il filosofo e letterato Adone Brandalise.
La filosofia può pensare l’esilio? Qual è il compito di una riflessione che sappia dare voce a chi, in quanto esule, richiede di essere ospitato e riconosciuto in una casa che non è la propria? Questi interrogativi animano il presente volume, che esamina il plesso ebraismo-esilio e convoca autori e autrici – quali G. Anders, H. Arendt, W. Benjamin, R. Bespaloff, M. Blanchot, P. Celan, J. Derrida, V. Jankélévitch, G. Landauer, E. Levinas, F. Rosenzweig, G. Scholem, L. Strauss, M. Susman, S. Trigano – che si sono tutti, in un modo o nell’altro, confrontati con la condizione speculativa ed esistenziale dell’esilio. La vicenda del popolo ebraico è costellata di storie individuali che consentono di riflettere sulla verità dell’erranza. Si è qui cercato di mettere a tema un pensiero mai esausto, che esige un’intelligenza vigile e capace di accogliere, in ogni istante, il ritmo incalzante dell’esilio, dell’esodo e della diaspora, anziché cristallizzarne il dinamismo nel fotogramma di un attimo ormai perduto. Si tratta di lasciar germogliare un’interrogazione capace di rapportarsi alla realtà, anche quella più ostile. I protagonisti del volume hanno scelto di abitare un luogo dello spirito che non concede requie; così, ascoltando le parole di coloro che si sono fatti carico del pensiero in esilio, si è tentato di mostrare come solo una riflessione in movimento, sempre chiamata a uscire dalla propria comoda dimora per intraprendere i percorsi più difficili, sia in grado di fiorire nel deserto.
La filosofia può pensare l’esilio? Qual è il compito di una riflessione che sappia dare voce a chi, in quanto esule, richiede di essere ospitato e riconosciuto in una casa che non è la propria? Questi interrogativi animano il presente volume, che esamina il plesso ebraismo-esilio e convoca autori e autrici – quali G. Anders, H. Arendt, W. Benjamin, R. Bespaloff, M. Blanchot, P. Celan, J. Derrida, V. Jankélévitch, G. Landauer, E. Levinas, F. Rosenzweig, G. Scholem, L. Strauss, M. Susman, S. Trigano – che si sono tutti, in un modo o nell’altro, confrontati con la condizione speculativa ed esistenziale dell’esilio. La vicenda del popolo ebraico è costellata di storie individuali che consentono di riflettere sulla verità dell’erranza. Si è qui cercato di mettere a tema un pensiero mai esausto, che esige un’intelligenza vigile e capace di accogliere, in ogni istante, il ritmo incalzante dell’esilio, dell’esodo e della diaspora, anziché cristallizzarne il dinamismo nel fotogramma di un attimo ormai perduto. Si tratta di lasciar germogliare un’interrogazione capace di rapportarsi alla realtà, anche quella più ostile. I protagonisti del volume hanno scelto di abitare un luogo dello spirito che non concede requie; così, ascoltando le parole di coloro che si sono fatti carico del pensiero in esilio, si è tentato di mostrare come solo una riflessione in movimento, sempre chiamata a uscire dalla propria comoda dimora per intraprendere i percorsi più difficili, sia in grado di fiorire nel deserto.